Il diritto del minore di crescere in famiglia prevale sui rischi della perdita della continuità affettiva
Nel bilanciare il prioritario diritto del minore a crescere ed essere educato nella propria famiglia con l’interesse del medesimo alla rescissione del legame familiare, quale unico residuale strumento che possa evitargli un più grave pregiudizio, il giudice di merito deve operare un giudizio prognostico teso, in primo luogo, a verificare l’effettiva ed attuale possibilità di recupero delle capacità e competenze genitoriali, con riferimento sia alle condizioni di lavoro, reddituali ed abitative, senza però che esse assumano valenza discriminatoria, sia a quelle psichiche, da valutarsi, se del caso, mediante specifica indagine peritale. (Cassazione civile, sez. I, ord. 3.10.19 n. 24790)